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Primus non habet emeritus: contro il relativismo canonistico in memoria di Ratzinger

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Le “sfumature” delle parole sono attinenti alla carità ecclesiale. E il diritto sa di cosa parla quando mette i puntini “sull’emerito”. Le sfumature sono possibili: ma a nessuno la canonistica concede di relativizzare i princìpi. “Emerito” può andar bene con “vescovo” mai con “papa”, a meno che non fai chiacchiere da bar: e questo ti deve essere chiaro per non cedere al “relativismo giuridico”.   Umberto Rosario Del Giudice   Nel giorno in cui si esprime il proprio ringraziamento per l’anno trascorso (“ Te deum… ”) bisogna onorare e ricordare bene la figura di uno dei papi che ha fatto storia e ne farà ancora, sotto il segno del realismo pastorale e della volontà di governo lucido. La sua Introduzione della Introduzione  l ’ “ io credo... amen ”  diventa viatico per il suo incontro. Ma intanto, grazie al suo esempio, non si smette di essere lucidi per evitare ogni  “ relativismo ”  anche  “ giuridico ” .    Cordoglio e resurrezion...

"Ero cras!": Natale come profezia

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    Le Antifone maggiori, com'è noto, nascondono un piccolo acrostico interessante. Sapienza antica di una guida pratica di vita. (immagine dal sito del Monastero delle Clarisse di Oristano,   23 Dicembre 2019) Umberto Rosario Del Giudice Negli ultimi giorni ho postato sul mio profilo Facebook alcune lettere immediatamente precedute da altri post che riportavano i versi delle cosiddette “Antifone in ‘O’” o anche “Antifone maggiori”. Le lettere, in ordine dal 17 al 23 dicembre, sono le seguenti:  S, A, R, C, O, R, E. Queste lettere sono le iniziali delle prime parole che seguono l’invocazione (“O”, appunto) delle antifone vespertine al cantico del Magnificat. Le lettere rimandano all’incipit di ciascuna antifona in latino, secondo il seguente ordine: S = Sapientia (Sapienza); A = Adonai ( mio Signore , in ebraico); R = Radix (Radice, ovvero “germoglio”); C = Clavis (Chiave); O = Oriens (Oriente, ovvero “astro nascente”); R = Rex (Re); E = Emmanue...

Se la fede è violenza di idee o narrazioni condivise?

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  La fede si nutre di narrazioni. Quando i racconti si ergono a  “ realismi imprescindibili ”  per difendere i quali si giustifica la violenza fisica o verbale, i  “ dogmi ”  diventano strumenti contro Dio e definizioni prive di significato: diventano bestemmie. I dogmi sono le basi condivise della fede non le somme massimaliste delle esperienze .   [ Icona del Natale, Icona presente spesso con motivi anche simili nella tradizione orientale. Si può osservare il bambino al centro dell'icona adagiato su un fondo nero, lo stesso sfondo presente nelle rappresentazioni iconografiche della resurrezione di Cristo ]   Umberto Rosario Del Giudice   La fede e le sue narrazioni tra realismo storico e tensione escatologica Molti anni or sono un teologo, in un corridoio di una facoltà teologica, incontrando un gruppo di giovani studenti ebbe a dire che la resurrezione di Cristo sarebbe stata tale “anche se si fosse trovato il suo corpo”....

Chiese e monarchie: tanto antiche e tanto moderne?

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  Il rito funebre per Elisabetta II, Regina e Capo della Chiesa d ’ Inghilterra, è durato un ’ intera giornata, ricca di liturgie. Il ritmo e i tempi fiabeschi hanno riportato alla mente riti e mondi antichi. Non sono però mancate note di modernità : una tendenza che si spera possa coinvolgere tutte le Chiese.  Umberto Rosario Del Giudice Le campane che ogni minuto hanno scandito i rintocchi sembravano regolare i passi della processione ma anche i respiri e le emozioni di un ’ intera nazione. La processione è seguita ad un rito molto suggestivo, dai toni antichi ma con novità evidenti. La Chiesa d ’ Inghilterra ha mostrato di saper conservare le proprie tradizioni ma anche di saper valorizzare e rispettare le diverse fedi. La tensione tra antico e moderno è viva; mentre sotto altri aspetti la Chiesa cattolica sembra proprio non riuscire ad uscire da una mentalità contromodernista , aumentando incomprensione per ciò che è  “ antico ”  senza riuscire a riformare alcun...

Misericordia tra emozione e comprensione

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  Per una breve introduzione al programma litrugico della XXIV Domenica del Tempo Ordinario. Umberto Rosario Del Giudice Siamo nell’Anno C e il programma liturgico di questa XXIV Domenica del Tempo Ordinario appare molto lineare. Il tema centrale è la “misericordia”; essa viene presentata in una narrazione che pone due elementi imprescindibili: uno psicologico e l’altro teologico. Il formulario e il lezionario ricordano che, dal punto di vista della percezione umana ed emotiva, la misericordia è un’esperienza rivelatrice che comporta anche graduale comprensione del mistero di Dio. Le letture e il formulario Il racconto di Esodo ricorda che per l’intercessione della preghiera di Mosè, che “supplicò”, “il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo” (cfr. Es 32,7-11.13-14). Nella esperienza di questo personaggio è tracciata tutta la storia di lenta progressione della comprensione del popolo ebraico in relazione all’agire e all’essere di Dio. Il vertice di que...

Matrimonio e rivelazione: festo die anniversario nuptiarum nostrarum

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    Il matrimonio come rivelazione: con l’emozione di chi scrive con la luce che viene dall'altra metà.   Umberto Rosario Del Giudice   Sono profondamente convinto che il matrimonio, se rivelazione di profonda comunione e realistico amore vissuti, non possa non essere per ciò stesso “sacramento”, ovvero luogo della rivelazione del mistero di vita che noi chiamiamo “Dio”. E poiché gli sposi sono “unici”, l’esperienza di unione di vita di due persone non è mai “uniforme” ma sempre “unica”. E l’unicità persiste non tanto nel mistero unico, che, in quanto tale, non è mai completamente esperibile, ma nell’unicità delle persone in quanto tali e in quanto coppia. E in questa unicità che può rivelarsi una parte di quella vita che chiamiamo “Dio”. Ed è in quell’esperienza che coinvolge anche la fede che si rivela una parte di Dio a noi stessi e al mondo. Una dimensione epifanica che chiamiamo con troppa semplicità “matrimonio”. E pensare al matrimonio solo in termini giuridic...

Una consueta e inconsueta settimana dell’APL: tra ciò che è stato fatto e ciò che va fatto

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    "Brevi" in occasione della settimana di studio dell’APL tra cammino fatto e da fare   Umberto Rosario Del Giudice   La consueta settimana di studio dell’APL ( Associazione Professori e cultori di Liturgia ), quest’anno tenutasi a Roma tra il 29 agosto e il primo settembre nella significativa cornice dell’Ateneo di Sant’Anselmo, è stata dedicata al cinquantesimo anniversario dalla sua fondazione. L’APL, infatti, dal settembre 1972 è presente nel panorama teologico e pastorale italiano con una significatività decisiva e peculiare. I membri che definirei della prima e seconda generazione (1972-1984 e 1985-2000), alcuni dei quali hanno lavorato alacremente alla riforma e alla formazione liturgica non solo in Italia, hanno segnato e tramandato un cammino fatto di amicizia, di accoglienza ma anche di dialogo deciso (a tratti feroce). Ma questa settimana ha consegnato due novità: un Consiglio di Presidenza nuovo anche nella  “ forma ”  e l'incontro...