Post

Visualizzazione dei post da dicembre, 2018

Lodare e abitare il tempo

Immagine
Umberto R. Del Giudice «La scena dell’universo newtoniano su cui avevano luogo tutti i fenomeni fisici era lo spazio tridimensionale della geometria classica euclidea. Era uno spazio assoluto, un contenitore vuoto indipendente dai fenomeni fisici che avevano luogo in esso. Nelle parole di Newton: “lo spazio assoluto, per sua natura senza relazione ad alcunché di esterno, rimane sempre uguale e immobile” [I. Newton , Principi matematici della filosofia naturale , Torino 1977, 102 (or.: Philosophiæ naturalis principia mathematica , London 1687)]. Ogni mutamento del mondo fisico veniva descritto in funzione di una dimensione separata, il tempo, che era a sua volta assoluto, non avendo alcuna connessione col mondo materiale, e fluendo uniformemente dal passato, attraverso il presente, verso il futuro. “Il tempo assoluto, vero, matematico”, scrisse Newton, “in sé e per sua natura senza relazione ad alcunché di esterno, scorre uniformemente”» [1] . In questo movimento ines

“Un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”

Immagine
di Umberto R. Del Giudice La scena della natività è sempre avvolta da profonda tenerezza. Un bambino appena nato di per sé possiede già un potere disarmante che affascina e attrae col suo profondo essere bisognoso di tutto. Le fasce che avvolgono il bimbo sono segno di cura come anche di un’attenzione peculiare da parte di chi ne ha la responsabilità. Che poi il bimbo venga adagiato in una mangiatoia è l’ulteriore segno di tenerezza e rispetto. Dobbiamo pensare infatti a Giuseppe e a Maria che, per il censimento (cfr. Lc 2,1), sono ospitati a casa di parenti (cfr. Lc 2,4). Ma la “casa” non è altro che una grande sala (così la traduzione corretta anche in Lc 22,11), forse di tre mura addossate, molto probabilmente, ad una grotta o comunque ad una rientranza. Nella stanza tutti i parenti (“ ἐ ν τ ῷ ε ἶ ναι α ὐ το ὺ ς” di Lc 2,6). E mentre erano lì, tra parenti in una situazione pressoché tranquilla e sicura, il bambino scalcia, vuole nascere! Le do
Immagine
Mentre papa Francesco cambia il Catechismo per dichiarare sempre “inammissibile” la pena di morte, qualche canonista si affatica a dimostrare che la pena di morte è una dottrina costante della Chiesa e che la dichiarazione di papa Francesco non toccherebbe tale assetto "dottrinale". Grazie ad Andrea Grillo che scrive e risponde con un bel commento all'articolo di Cyrille Dounot. Al suo cospicuo commento aggiungo poche riflessioni "di pancia"... Breve reazione a «Une solution de continuité doctrinale. Peine de mort et enseignement de l’Église» di Cyrille Dounot di Umberto R. Del Giudice Ringrazio il prof. Andrea Grillo che con un suo commento ( qui ) ha dato a molti la possibilità di conoscere l’articolo del prof. Cyrille Dounot ( qui ) circa il pronunciamento sulla “pena di morte” di papa Francesco. La riflessione di Grillo da sola già basta a sottolineare i limiti dell’ermeneutica giusnaturalista e della ricostruzione storico-giuridica della (apolog