Messa della “notte”? Come in una favola…
Leggendo le disposizioni di alcune Diocesi italiane sembra che fino allo scoccare della “mezzanotte” siamo ancora in “tempo di vigilia” e non si possa usare il formulario del Natale (contrariamente a quanto farà la Diocesi del Papa) scongiurando il pericolo di “perdere la scarpetta dell’Avvento”, come in una favola. Il tempo di pandemia impone le mascherine chirurgiche e rivela le maschere teologiche.
Abbazia domenicano di Santa Caterina, San Gallo (Svizzera)
Umberto R. Del Giudice
Tempo e disposizioni per la “Messa della notte ”
Da una rilettura incrociata delle diverse disposizioni delle varie Diocesi
italiane, la domanda sorge spontanea: quale formulario usare? quali letture?
La questione non è secondaria poiché le disposizioni delle Diocesi non concordano
generando confusione ma soprattutto grande perplessità tra i fedeli-celebranti,
poiché, alcuni di essi, saranno “costretti” a seguire le indicazioni dei Parroci/Pastori
che a loro volta seguiranno le disposizioni incoerenti di alcuni Uffici
liturgici.
Dall’inizio del mese di dicembre è disponibile il comunicato del Consiglio
Permanente della CEI circa le prossime celebrazioni natalizie, in modo
particolare sull’orario della Messa nella notte di Natale.
Sarà utile
leggere il Comunicato[i],
capirne lo spirito e valutare le indicazioni riferite ai formulari da adottare
per la sera del 24 dicembre.
Da una rilettura incrociata delle diverse disposizioni delle varie
diocesi, la domanda però sorge spontanea: quale formulario usare? quali
letture?
La questione non è secondaria poiché le disposizioni delle Diocesi
italiane non sempre concordano lasciando i corpi e le menti dei celebranti
spaesati.
Come riferimento cito il sito della Diocesi di Roma sul quale si legge:
«Per la celebrazione eucaristica del Natale del Signore, il formulario della
Messa vespertina della vigilia si può usare a partire dalle ore 16.30. Il
formulario della Messa della notte, invece, si può celebrare dalle ore 18»[ii].
In altre disposizioni si legge che «non è consentito celebrare con
il formulario della Messa nella notte per la verità del segno-tempo in quanto i
testi liturgici fanno chiaro riferimento alla “notte”»[iii]. Una disposizione legata
all’interpretazione del contesto delle rubriche della seconda edizione italiana
del Messale del 29 giugno 1983 (n. prot. CD 1045/1983)[iv]
e ormai sostituito dalla terza editio
typica di cui da poco l’edizione italiana[v].
È ipotesi plausibile che non tutti gli Uffici liturgici diocesani sapessero della
terza edizione? O, più verosimilmente, quella edizione non sarebbe stata mai letta e
capita?
Non entro in merito alla questione, ma già l’espressione (teologicamente
inesatta) di “segno-tempo” dice qualcosa ed è evidente che l’ambiguità liturgica
della interpretazione circa il lemma /notte/ e l’espressione /Messa
della notte/ ha creato in qualcuno un po’ di confusione: segno evidente (questo
sì che è un segno!) di impreparazione e imprecisione liturgico-teologica latente.
Sicuramente sono condivisibili le disposizioni della Diocesi di Roma e
non solo perché è “la Diocesi del Vescovo di Roma” che presiede nella carità,
ma perché mostrano una viva sensibilità liturgica sulla questione della retta comprensione
teologica del lemma /notte/ e soprattutto della dinamica liturgica del formulario
e delle letture che qui richiamo.
I punti fondamentali che emergono sono i seguenti.
Sembra che:
- la questione sia relativa al lemma /notte/
- alcune disposizioni indichino una messa “vigiliare”
(di Avvento) più che della “notte” (di Natale)
Mi scuso in anticipo per non avere qui il tempo di analizzare anche i rispettivi Lezionari. Ma una semplice occhiata alle letture del giorno basterà per chiarire il "programma liturgico" del tempo di Natale.
La “notte”, il “giorno liturgico”
secondo Norme generali, Ordinamento, rubriche e il “giorno/Cristo”
Nella rubrica per la Messa di Natale della seconda edizione si poteva
leggere: «In Italia, secondo la costante tradizione, la Messa della notte di
Natale si celebri a mezzanotte. Ragioni pastorali, valutate dall’Ordinario del
luogo, possono suggerire di anticiparne l’ora». Questa rubrica non è stata ripresa nella terza edizione.
È chiaro in
ogni caso che, anche per il contesto normativo del 1983, la “mezzanotte” non è
da considerare “orario prescrittivo”, poiché «il giorno liturgico decorre da
una mezzanotte all’altra. La celebrazione, però, della domenica e delle
solennità inizia dai Vespri del giorno precedente» (Norme generali per l’ordinamento
dell’Anno liturgico e del calendario –poi NGOAC–, n. 3), e poiché “il giorno di
Natale” è solennità è chiaro che, dal punto di vista liturgico, il “giorno liturgico”
va dal tramonto al tramonto, ovvero da “notte” a “notte”. Non è dunque una questione
di orario.
Se allarghiamo la ricerca e rivolgiamo attenzione curiosa alla Veglia pasquale si noterà che anche quella celebrazione deve avere luogo nell’oscurità «cosicché
cominci dopo l’inizio della notte» (NGOAC, 21). Dunque, non è questione di
orario ma di “buio”, “oscurità”.
Ciononostante, il solo “buio” non spiega il tutto.
Si tenga conto che dal punto di vista del campo semantico del Messale, la questione non è oraria ma è di contrapposizione tra “notte” e “giorno”, e non solo tra “la” notte e “il” giorno ma tra “una certa notte” e “un certo giorno”.
Il contrasto “notte” e “giorno”
nel Messale
Deve essere chiaro:
i lemmi /notte/ e /giorno/, non sono univoci nel Messale. Non è una questione di
prima e di dopo cronologico, ma di opposizione, di attesa e di attenzione alla rivelazione;
potremmo dire che è una questione escatologica e soteriologica, di “già e non ancora”
e “ancor di più”.
Basta
ripercorrere velocemente le ricorrenze dei lemmi /notte/ e /giorno/ nel tempo di
Avvento e di Natale.
Nella Colletta del secondo sabato di Avvento si legge:
«Sorga nei nostri cuori, Dio onnipotente,
lo splendore della tua gloria,
perché, vinta ogni oscurità della notte,
la venuta del tuo Figlio unigenito
manifesti al mondo che siamo figli della luce».
Nella Colletta della “Messa della notte” si legge:
«O Dio, che hai illuminato questa santissima notte
con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo,
concedi a noi, che sulla terra contempliamo i suoi misteri,
di partecipare alla sua gloria nel cielo».
È chiaro che la relazione notte/giorno non è relativa all’orario ma all’alternanza (definitiva e attesa) tra “oscurità” e “luce”, tra “tempo di attesa della salvezza” e “salvezza in atto”, tra “non-ancora” e “già”, ovvero tra “splendore rivelato”, “figli della luce” e “gloria manifestata”, tra “notte del mondo” e “giorno di Cristo”.
Il formulario
Va anche posta attenzione alla dinamica dell’intero formulario della Messa
nella Notte.
L’Antifona d’ingresso richiama l’oggi in cui il “Figlio è generato” (cfr. Sal 2, 7) e la “pace vera”[vi] (seconda Antifona) che discende “per noi dal cielo”.
La Colletta, già richiamata, mette in evidenza l’illuminazione di “questa santissima notte” grazie allo “splendore di Cristo, vera luce del mondo” contemplata e desiderata.
La preghiera sulle offerte, poi, è ancora più esplicita poiché delinea
il momento della celebrazione che è «in questa notte di luce» in cui si attua
il santo commercio per il quale l’uomo è innalzato “nella gloria”.
L’Antifona alla comunione riprende la contemplazione della “sua gloria”
e il momento dell’oggi, come unico grande “giorno” che (vale la
pena ricordarlo) si protrarrà per tutta l’ottava di Natale.
A concludere il formulario il Post-communio in cui è richiamato il tema
della “gloria” con riferimento alla “gioia”. Il Natale è, dunque, un (grande e lungo) giorno
di gioia e di canto per la salvezza rivelata.
Che la Messa del 24 dicembre sera (che per molti sarà l’unica messa di Natale) non debba introdurre a questa celebrazione? Qual è l'incomprensibile motivo del divieto di alcune Diocesi di applicare il Formulario della Messa della notte del giorno di Natale?
Conclusione
La “notte” liturgica del 24 dicembre dopo il tramonto non è dunque la “notte” dell’attesa, non è la “notte” della celebrazione della tensione verso il futuro, ma è la “notte del tempo di Natale”, ovvero, la notte che celebra lo “splendore della luce gloriosa del Cristo” manifestato e rivelato agli uomini destinati ad essere “innalzati” alla stessa gloria e già ora figli della luce nel mondo.
Come sia possibile che alcune disposizioni diocesane possano pensare di
imporre il Formulario della messa del 24 con relative letture del
Lezionario, come se non fosse “tempo di Natale”, rimane un “mistero delle
favole” che impedisce di celebrare il “mistero della fede”.
Forse che qualcuno ha paura di perdere la scarpetta dell’Avvento a
mezzanotte?
[i]
URL: < https://www.chiesacattolica.it/consiglio-permanente-del-1-dicembre-il-comunicato-finale/
> (consultato il 10/12/2020).
[ii]
URL: < http://www.diocesidiroma.it/disposizioni-sulle-celebrazioni-liturgiche-del-santo-natale/
> (consultato l’11/12/2020).
[iii] Alcune
Diocesi, attraverso gli Uffici liturgici, hanno comunicato disposizioni
relative alle “MESSE VESPERTINE ALLA VIGILIA DEL SANTO NATALE”. I pdf sono
ormai sul mio computer anche in caso di cambio dell’ultima ora…
[iv] Cfr.
CEI, Notiziari, n. 5 (1983) giugno-agosto, 124-125.
[v] Cfr. Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,
Decreto del 16 luglio 2019 (prot. n. 39/2019). In ogni caso, l’Ordinamento
generale della terza edizione tipica è del 2002 mentre la versione ufficiale in
lingua italiana è del 2004.
[vi] Non è il caso di ampliare
il discorso a cosa sia /pace/ all’interno del Messale e del linguaggio liturgico.
Qui basti ricordare che il lemma /pace/ sta per /salvezza.
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