Carlo III, difensore delle fedi?

 


Oggi la cerimonia di incoronazione. Carlo III giura come "Difensore della fede", ovvero delle "fedi" - come ha dichiarato più volte-, a difesa della libertà di essere religiosi, non solo di essere anglicani. Bella novità.







Umberto Rosario Del Giudice

 

 

Re Carlo III incoronato. E finalmente. I tempi della monarchia sono particolari.

Ma particolare è anche la monarchia inglese in sé che da secoli “difende la fede”.

In realtà, il titolo di “defensor fidei” fu dato da Leone X nel 1521 a Enrico VIII d’Inghilterra con lo scopo di arginare la diffusione delle novantacinque tesi luterane.

Dopo vari contrasti tra il papato (Adriano VI, Clemente VII) Paolo III revocò il titolo ma, qualche anno dopo, fu il parlamento d’Inghilterra, sulla base del precedente conferimento, a confermare il titolo di Defender of the Faith nel 1544 per i regnanti.

Da quel momento anche la Chiesa anglicana confermò quel titolo; risultato; tutti i re d’Inghilterra sono stati considerati “difensori della fede” e per questo anche detentori delle funzioni governative della Chiesa dInghilterra.

C’è ovviamente una distinzione tra essere “difensore della fede” (che sostiene i diritti della Chiesa d'Inghilterra) e “capo del governo della Chiesa d’Inghilterra” (Governatore Supremo della Chiesa d’Inghilterra, ma di non tutta la Chiesa anglicana…): per questo il monarca nomina vescovi e altri dignitari della Chiesa mentre il clero giura fedeltà alla Corona.

Carlo III però ha deciso di inserire un’importante novità: vuole interpretare “Faith” con faith, ovvero non della Fede della Chiesa anglicana in Inghilterra ma di tutte le fedi; quindi, non vorrà essere solo “difensore della fede” ma “difensore delle fedi”. Nel suo discorso di accessione al trono il 10 settembre dell’anno scorso, il sovrano aveva confermato la propria fede radicata nell’anglicanesimo non declinò le sue responsabilità rispetto alla Chiesa d’Inghilterra. Carlo III ha infatti dichiarato: «Rimangono anche il ruolo e i doveri della monarchia, così come la particolare relazione e responsabilità del Sovrano nei confronti della Chiesa d’Inghilterra, la Chiesa in cui la mia stessa fede è così profondamente radicata».

Nello stesso mese il nuovo monarca ha promesso di «proteggere lo spazio per la fede stessa», e il mese dopo, durante un ricevimento commemorativo in onore della Regina defunta a Buckingham Palace, ha garantito ai leader religiosi di sostenere le numerose «religioni, culture, tradizioni e credenze a cui i nostri cuori e le nostre menti ci indirizzano». Un’apertura multireligiosa e garantisca più della dimensione religiosa che della laicità dello Stato.

Va ricordato però che anche Elisabetta II nel 2012 aveva dichiarato ai supremi organi della Chiesa d’Inghilterra che la stessa Chiesa ha il ruolo non di difendere l’anglicanesimo escludendo le altre religioni ma di proteggere la libera pratica di tutte le fedi in Inghilterra. In pratica anche la Regina aveva capito che il ruolo della Chiesa è passare dall’esclusività all’inclusività.

La vera tutela della laicità, dunque, sta nel rispettare coloro che seguono altri percorsi spirituali, così come coloro che cercano di vivere le loro vite in conformità con gli ideali secolari. Questo è già ben noto sia a Mattarella che a papa Francesco (per fare rimandi di Capi di Stato…).

Oggi il re con il testo deliberato dal Parlamento; tra i vari obblighi, il re giurerà di mantenere e preservare l’istituzione della Chiesa d’Inghilterra e i diritti e i privilegi del suo clero. Il testo del giuramento per la incoronazione oggi non aggiungerà il riferimento alla difesa della fede o delle fedi (al plurale) [1]. Nelle intenzioni Carlo lo farà.

Intanto, il monarca Carlo III è quel Carlo d’Inghilterra antropologo e studioso fine delle culture e del rispetto ambientale, uomo forse per certi versi duro ma almeno ben preparato.

Insomma, anche la Corona ha capito che per difendere le culture vanno sostenute le “fedi”, e per garantire i diritti vanno tutelate le stesse “fedi”. Per garantire i diritti civili, vanno tutelate le esperienze. Un Capo di Chiesa deve camminare con la Chiesa per riuscire a fare entrambe le cose. Fedi e diritti non sono conflittuali.

Lunga vita al Re. Ma soprattutto lunga vita al rispetto e alla libertà religiosa.

God save faith...


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