Il sangue sempre vivo nella sofferenza
Un solo titolo coerente; le altre testate preferiscono il miracolismo.
Speriamo che il martire Gennaro voglia aiutarci a sciogliere i brividi della fede, l'utopia della speranza, la passione della gioia.
Umberto R. Del Giudice
Nel giorno in cui ci dovrebbe essere la consueta processione della Traslazione delle reliquie di San Gennaro, soppressa per la seconda volta a causa delle restrizioni, l'Arcivescvo tiene una omelia pacata ma decisa e appassionata.
Davanti alle consuete autorità, mons. Battaglia ha ribadito che "il sangue è sempre vivo nella sofferenza". Purtroppo questo non fa notizia.
Alla gente piace il miracolo? Forse. Non solo a loro. Piace anche ai giornalisti. La maggiorparte dei quali non avrà ascoltato l'omelia del Presule.
Un'omelia che ha narrato delle vicende umane, delle sofferenze, dei volti e delle storie che in quella teca, ovvero nell'ampolla del sangue del Santo patrono, sono custodite.
In modo forte è deciso, l'Arcivescovo ha ricordato che quell'ampolla custodisce il sangue di tutti: ogni sangue, ovvero ogni minimo dolore.
In particolare quello delle vittime della criminalità e dell'illegalità.
Un messaggio chiaro che rente il martire Gennaro (come lo ha chiamato il Vescovo) l'esempio, il modello e l'intercessore di tutti noi, delle nostre sofferenze.
Eppure, cosa interessa ai colleghi giornalisti? Il mancato miracolo: "non si è sciolto il sangue", titolano...
È indecente che le testate giornalistiche riportino da qualche ora solo titoli che riferiscono del “mancato miracolo di San Gennaro” senza dare il minimo risalto alle parole dell’Arcivescovo. Don Mimmo Battaglia ha chiaramente indicato “l’ampolla del sangue” come la teca che custodisce le sofferenze, le morti, le storie di tutte quelle persone che hanno sofferto e che soffrono in questa città. In modo particolare ha ricordato le vittime della criminalità e i lavoratori delle aziende che proprio nel nostro territorio stanno delocalizzando lasciando famiglie intere senza stipendio.
È una vergogna. Ma si sa: ai giornali interessano solo i click e la gente è attirata spesso dai miracoli.
Ma interessi e attrazioni hanno poco a che fare con l'altezza, la profondità e la trasparenza della fede, quella che ti fa sciogliere nella forza di Dio.
Da giornalista, da napoletano, da credente sono basito.
Anzi, da credente spero quasi che il martire Gennaro ci faccia il miracolo di non liquefare il sangue nell'ampolla, ma quello delle vene della vita, delle passioni della fede, delle vertigini della preghiera, delle forze della trasperenza e della legalità.
San Gennato, facci il miracolo!
I titoli assurdi:
Napoli, il sangue di San Gennaro non si scioglie (Corriere del Mezzogiorno)
San Gennaro, il sangue non si è sciolto (La Repubblica)
San Gennaro non fa il miracolo del primo maggio (Positano news)
San Gennaro, non si è sciolto il sangue: non si è ripetuto il miracolo di maggio alle 19,16 (Fanpage)
San Gennaro: sangue non si scioglie al termine della messa (Ansa)
Miracolo di San Gennaro, il sangue non si scioglie: è la seconda volta consecutiva (Napoli Today)
Più coerente solo Il Mattino
Napoli, il miracolo di San Gennaro non si ripete nemmeno a maggio. Battaglia: «Ma il sangue è sempre vivo nella sofferenza» (Il Mattino)
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