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Dimmi che IRC pensi…

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Tendenze intransigenti che mirano a confessionalizzare o neutralizzare l’insegnamento religioso, ambiguità insensate intorno ad una disciplina a statuto speciale che rimane una sintesi utile all’approfondimento e alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale italiano ed europeo, non devono sminuire la ricchezza della offerta formativa dell’IRC. Alcuni hanno condiviso la Lettera della Presidenza della CEI che invita ad avvalersi dell’IRC con un’enfasi troppo confessionale: vale dunque la pena ribadire la distinzione tra prassi educativa dell’IR e catechesi che rimane non solo una ricchezza ma anche una possibilità di ricomprensione dell’azione catechetica.   Umberto Rosario Del Giudice   È stata appena pubblicata la Lettera a firma di mons. Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), che invita ad avvalersi anche per l’anno scolastico 2022-2023 dell’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC). La Lettera, sebbene porti la data de...

Gli uomini della sua benevolenza

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  I miei più sinceri auguri Δόξα ἐν ὑψίστοις θεῷ καὶ ἐπὶ γῆς εἰρήνη ἐν ἀνθρώποις εὐδοκίας. Questo versetto (Lc 2,14) l’abbiamo tradotto così: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama»   È la lode che il vangelo secondo Luca narra essere l’acclamazione degli “angeli” (οἱ ἄγγελοι). È noto che questo versetto si potrebbe scomporre per coppia gloria  pace  a Dio  agli uomini nell’alto dei cieli in terra   È un’acclamazione, ovvero un’affermazione, e il verbo sottinteso non è un congiuntivo (ottativo in greco) ma un presente (indicativo in greco) assertivo (non sia ma è ). Non si tratta di un augurio ma di un’asserzione. Per i cristiani la salvezza è entrata nella storia sebbene sia ricordato nel suo momento iniziale (la nascita) che rimanda tuttavia ai segni della Pasqua cruenta (i panni con cui si adagia il bambino nella mangiatoia r...

Sette affermazioni come sette “peccati di logica”

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Le accuse di Rubén Peretó Rivas apparse in un blog sono prive di ogni argomentazione sia dal punto canonistico che teologico che semplicemente logico. Tommaso d’Aquino non ci ha insegnato di sparlare ma di argomentare.   Umberto Rosario Del Giudice   È apparso su un blog un articolo che non andrebbe né letto né citato. Un classico modo di parlare di ciò che non si sa, solo per screditare e confondere. Verrebbe da seguire l’utile consiglio che Dante associa alla saggezza di Virgilio: “ Non ragioniam di lor, ma guarda e passa ” (Inf. III, 51) poiché se per il Sommo alcuni “ misericordia e giustizia li sdegna ” (Inf. III, 50) per i seguaci di Cristo basta solo lasciarli al loro destino sebbene sia utile anche sperare che la ragione porti al dialogo. Tuttavia, fa molto riflettere constatare come la logica sia poco praticata anche da chi la “logica” la dovrebbe usare per mestiere, vi è poi un’ulteriore aggravante: non è grave solo affermare inesattezze ma che lo si faccia...

Ciro e Genny come Caino e Abele?

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  È finita la serie TV che ha raccontato storie di minacce e di seduzioni tra personaggi sempre pronti a sparare un colpo o a stringersi in abbracci. L’ambiguità si è fatta storia criminale: la storia delle ambiguità criminali.   Umberto Rosario Del Giudice Si è conclusa da poco la serie televisiva “Gomorra” che ha suscitato non poche perplessità. Qualcuno ha puntato il dito contro una narrazione troppo violenta; altri, nel tentativo di difendere l’immagine della Città, hanno negato l’onnipresenza della criminalità rifugiandosi nell’attestazione corale e quasi sdegnata: “Napoli non è questo!”. Da varie parti poi è stata contestata fin dagli inizi della serie la quasi totale assenza degli apparati di “Stato”: sarebbero mancati gli antagonisti. Sarebbe mancata polizia, magistratura, legalità… Ma alla fine della serie si comprende meglio anche il perché. La narrazione completa si gioca su due personaggi: Ciro, il rampante “immortale”, e Genny, il “figlio del boss” desti...

I sazi e gli affamati

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      Umberto Rosario Del Giudice   Brutte, bruttissime notizie dall’Afghanistan: bambini muoiono di fame e le prospettive sono drammatiche . Lo denunciano WFP e Unicef. Altre famiglie si trovano in uno stato di totale povertà tanto da barattarefigli per saldare debiti di circa 500  dollari. Notizie; troppe; tristi: narrano il dramma di chi, nel 2021, muore di fame. Lontano da noi. E capita che sei investito da queste terribili notizie e poi ti lasci andare dal tram tram quotidiano. Lavoro, famiglia, interessi, dispute: realtà giuste, rilevanti, importanti e necessarie per la nostra stessa identità. Ma non finisci di sentirti inadeguato. Vorresti portare aiuto. Pensi a soluzioni. Mandi una parte dei tuoi guadagni a qualche Associazione che lavora bene sui territori lontani o a qualche ONG. Puoi anche sostenere progetti per lo sviluppo mondiale del secondo obiettivo dell’Agenda 2030 . Ma tutto ti sembra poco. Ogni iniziativa ti appare nien...

La "bellezza" dei diritti oltre l'ombelico

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  In fondo i farisei ci dovrebbero stare simpatici: cosa fanno se non difendere i "diritti soggettivi"? Bene ricordarlo: la logica giuridica inquadra e disegna giustamente i diritti come astrazione di una libertà personale invalicabile: ma nessun diritto è davvero tale se non comprende, supporta, stimola, custodisce anche la libertà dell’altro. Ma questo il diritto non te lo dice. Scena tratta dalla miniserie "Gesù di Nazareth" con la regia di Franco Zeffirelli (1977) Umberto Rosario Del Giudice Nel brano della prima lettura di oggi, domenica 3 ottobre ( XXVII Domenica del Tempo Ordinario ) si legge che “non è bene che…” (Gn 2,18). Il sostantivo usato è ט֛וֹב  ( t ō o ḇ ) che in ebraico sta per  “ bontà ” ,  “ bene ”  ma anche  “ bellezza ” . La traduzione dei LXX infatti traduce t ō o ḇ con κ α λò ν   (calòn) che in greco è, appunto, bellezza. Sarebbe bene, dunque, tradurre “non è bello” piuttosto che “non è bene”. Anche oggi, spesso usiamo il...

Effetti simbolici del crocifisso tra “maggioranza civile” e “passività teologica”

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    Oggi la notizia di una sentenza della Cassazione sul tema del “crocifisso nelle aule scolastiche”. All’origine di tutto una valida delibera degli studenti riuniti in Assemblea di Classe. Appare dunque doveroso sintetizzare i fatti e il merito in diritto dal quale emerge la “passività formale” del crocifisso/oggetto che per i credenti cristiani si rivela come una “passività teologica”, affine ad una assenza-presenza con la quale, nel Crocifisso, siamo chiamati a valorizzare il dialogo piuttosto che i dogmi, il confronto anziché gli oggetti d’arte sacra.  [ foto scattata in un angolo di una sala scolastica ] Umberto Rosario Del Giudice   Il 6 luglio 2021 in Camera di Consiglio , la Corte Suprema di Cassazione in Sezioni civili unite , ha adottato una decisione (ovvero sentenza ) di cui oggi sono state pubblicate le motivazioni. Molte testate giornalistiche hanno pubblicato titoli e articoli anche se, fino alla tarda mattinata di oggi (10 settembre) era possibile s...