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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

La paura di essere semplici? IRC e possibile decreto Zan

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    Si torna a parlare del disegno di legge sull’omofobia. Voci contrastanti ma anche molto impaurite. Il dibattito fa emergere limiti di comprensione ma anche imprecisioni su quale sia il compito degli IdR, e fa luce su presupposti che limitano e impoveriscono la didattica per l’IRC. Chi ha paura di una legge che per la prima volta pronuncia “l’omofobia” denuncia la propria povertà di parole, di vedute e di didattica; una povertà che non ha niente a che fare con la semplicità cristiana.   Umberto R. Del Giudice   Da qualche giorno si è tornato a parlare del disegno di legge, conosciuto come “DDL Zan”, che propone l’introduzione dell’aggravante di odio omofobo per i reati di atti discriminatori e violenza. Sui quotidiani e sui social rimbalzano le posizioni. Qualcuno ha anche rilanciato un’intervista del prof. Incampo che già qualche mese fa si diceva preoccupato: il professore dichiarava di avere davvero “paura” del possibile “decreto Zan” . Il prof. Nicola Incampo, oltre ad

COMUNITÀ DEI SANTI, CAMBIAMENTO DEL SINGOLO E OPPORTUNITÀ ECCLESIALE

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      Il ministero sacerdotale è un servizio prezioso per la Chiesa e va custodito anche il dono del celibato. Ma se alcuni ministri chiedono la dispensa dagli oneri sacerdotali non basta la semplice “accoglienza” della decisione altrui come “riappacificazione” col singolo: l’accettazione, passiva o reazionaria, si tramuta spesso in “rassegnazione di tutti” e “isolamento di alcuni”. Nella “comunione dei santi” la comunità deve imparare a trovare il bene in tutto, per il bene di tutti ed essere così tutti migliori e la perplessità di una promessa non mantenuta deve lasciare lo spazio alla luce di una persona non smarrita, anzi, forse, ritrovata, in sé e nella comunità.   Umberto R. Del Giudice   Il sacerdozio ministeriale è un dono prezioso per la Chiesa. Esso va compreso e va tutelato ma va anche ricompreso nelle dinamiche storiche e in quelle personali. Il prezioso dono sacramentale non può nascondere la necessità di valorizzare sempre più l’esperienza di fede personale che

L’evento pasquale tra dono, sacerdozio e gerarchia

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  Il compimento dell’Ottava pasquale e la vigilia della conferenza stampa per il Simposio sulla “teologia fondamentale del sacerdozio” sono l ’ occasione per una breve ripresa di elementi sostanziali e indispensabili per una riflessione fondante. L’evento pasquale è il dono che (ri-)costituisce la creazione intera e ogni uomo come “dono possibile” ( salvezza universale ). A questo “dono possibile” si associa il sacerdozio di coloro che  “ riconoscono il dono e vi partecipano attivamente” (i battezzati ) e coloro dei quali le parole e i gesti sacramentali la Chiesa lega alla presenza performativa del Cristo “qui” e “ora” (nel sacerdozio ministeriale ).       Umberto R. Del Giudice   Alla vigilia della presentazione del Simposio Teologico Internazionale “ Per una teologia fondamentale del sacerdozio ” appare doveroso appuntare alcune note nell’attesa delle riflessioni che verranno. Il Simposio è stato organizzato dalla Congregazione dei Vescovi e, stando al comunicato d

Dio, il suo sguardo e la sua benedizione

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Il bell'intervento su Jesus di Andrea Grillo è occasione preziosa per alcune puntualizzazioni sul  Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso Umberto Rosario Del Giudice    Prima di lasciare spazio al Triduo pasquale che inizierà oggi pomeriggio all’ora dei Vespri, mi sembra opportuno raccogliere la provocazione e l’intuizione lanciata da un post di Andrea Grillo.  Si sa: ormai i social sono luogo di scambio immediato. Il post di Andrea è il seguente: « Poiché il Codice (CJC) ha autorità dal battesimo in poi, la benedizione sta in parte al di qua del Codice ».   Confermo il mio commento a caldo: questa è una “interessante prospettiva”. Altri commenti lasciavano trasparire qualche incomprensione rispetto alla mia reazione andando a precisare che il post di Andrea Grillo rappresentava la “realtà” piuttosto che essere un’intuizione. Evidentemente il mio commento andava chiarito