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Visualizzazione dei post da luglio, 2022

Se i Conventi chiudono bisogna aprirsi alle responsabilità civili ed ecclesiali

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    L’avversione alla decisione (necessaria) dei Frati Minori di lasciare alcuni presidi in Campania non deve e non può diventare alibi per le responsabilità di tutti, dal punto di vista ecclesiale e dal punto di vista sociale. E non c ’ è bisogno di chiamare in causa né il Vescovo né il Papa responsabilizzandoli di una decisione non loro e per cui possono poco, anzi nulla.     Umberto Rosario Del Giudice   In Campania, da qualche mese a questa parte, la tendenza dei Frati Minori è chiara: diminuire la presenza presso alcuni Conventi per “ mancanza di frati ”. Il  “ popolo ”  protesta a suon di fiaccolate, lettere (con relative accuse di non si sa quale genere) ai rispettivi Vescovi, interventi (maldestri) di politici. È successo anche in Diocesi di Aversa. I Frati Minori, infatti, hanno deciso di “chiudere” il Convento di Santa Maria delle Grazie in Giugliano. Oggi alcuni quotidiani titolano che il “popolo non ci sta” e che c’è una “rivolta dei fedeli” perché “il Conve

Sinodalità e ‘potestas’: inconciliabili?

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  Una Dichiarazione della Santa Sede arresta il cammino sinodale? Vuole mettere in guardia “amine scismatiche”? Grida per evitare derive democratiche o neopelagiane della Chiesa? Per ora molto meno di tutto questo; e molto più… In gioco c’è la relazione tra primato di Pietro, potestà episcopale e radice sinodale della Chiesa e della stessa potestà di governo.     Umberto Rosario Del Giudice   La Dichiarazione sul Sinodo tedesco pubblicata il 21 luglio u.s. ha suscitato non poche perplessità per almeno due aspetti: da una parte, la Dichiarazione è data dalla “Santa Sede” senza che sia riportato alcun firmatario diretto; dall’altra, appare come un richiamo. Per Santa Sede, vale la pena ricordarlo, si può intendere tanto il Romano pontefice quanto la Curia ovvero, in quanto relazione con altre Chiese, la Segreteria di Stato . In ogni caso, è da escludere che papa Francesco non condivida il nucleo del messaggio. La Dichiarazione vaticana precisa che l’iniziativa in cors

Un articolo di Bugnini su decoro e inculturazione

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  Non c’è decoro senza attenzione all’attualità e rispetto per la memoria. Un breve rimando oltre gli insulti ingiustificati.   Umberto Rosario Del Giudice   Un articolo senza argomenti Su di un sito statunitense che si occupa di liturgia, sebbene con accenti nettamente reazionari, è apparso un articolo, a firma di Peter Kwasniewski , contro il concetto di “inculturazione” facendo nome e cognomi. Gli “accusati” sono Bugnini, Roche e Grillo . Lasciando che questi ultimi ribattano alla provocazione, anche se l’articolo di Kwasniewski denuncia tutta l’irresistibile ignoranza della storia del cristianesimo e non solo, vorrei semplicemente richiamare alla memoria un breve appunto di Bugnini quando era Segretario della Congregazione per il Culto Divino. È una semplice “nota” che però fa ben comprendere quanto il discreditato Bugnini fosse attento alla realtà onorando sempre la celebrazione .   Il decoro: una questione su cui intervenne Bugnini Mons. Bugnini, chiamato a ri

Se Bose si dà una “Regola”: tra diritto e profezia

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      La possibilità di chiedere/dare una "regola" per la realtà monastica di "Bose" apre orizzonti per la vita consacrata e le sue forme; e svela una grande opportunità profetica per l'unità della Chiesa.   Umberto Rosario Del Giudice     Uno degli aspetti più affascinanti della Comunità di Bose è quella di essere stata sempre sganciata dai modelli classici e canonici di vita consacrata. Com’è noto, la Comunità di Bose è un’Associazione privata di fedeli di ispirazione ecumenica che ultimamente sta cercando una certa stabilità canonica.   Da Associazione privata di fedeli a Istituto di Vita consacrata? Sebbene anche le associazioni private di fedeli siano sottoposte all’autorità ecclesiastica competente, la vera differenza con le associazioni pubbliche di fedeli o con le varie forme di Istituti di Vita consacrata (o Società di vita apostolica) è il fatto che i beni di queste ultime realtà diventano, per il diritto stesso, “ beni ecclesiastici ”

Benedetto da Norcia: una “regula” che parla ancora?

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  11 luglio, si ricorda San Benedetto, fondatore dell’Ordine benedettino, patrono d’Europa. In contesti sociali completamente diversi, la sua “Regula” va riattualizzata non solo rivissuta. Così la saggezza di Benedetto può essere ancora un percorso utile, per chi vuole imparare e migliorare. Allora, si spalanchino porte e finestre. (Interno della Chiesa di Viboldone, Milano) Umberto Rosario Del Giudice     Una ricorrenza da non dimenticare Oggi festa (ovvero solennità, per i benedettini) di San Benedetto da Norcia che all’età di circa 54 anni dettò la sua poderosa Regola.   Quella Regula armonizza varie realtà: poggia essenzialmente sulla capacità d’impegno per il bene comune e civile , sintetizzata nell’imperativo “ labora ”, e non dimentica la necessità di guardarsi dentro e di guardare oltre (“ ora ”). Così il motto benedettino ( ora et labora , appunto) diventa, per alcuni, il centro dell’identità europea, ovvero, di quella che oggi qualcuno chiama “ cultura occide