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Bibbia e Liturgia: una relazione fontale per la formazione

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Iniziano a breve alcuni incontri di formazione sulla relazione tra Bibbia e Liturgia. La Sacra scrittura e l’azione rituale sono intimamente connesse e sono, insieme, luogo teologico dove la “Parola” si fa azione, crea e salva.   Umberto Rosario Del Giudice   Grazie all’invito del mio Parroco, don Angelo Aminto, a breve darò inizio ad un ciclo di incontri di formazione per i lettori (istituiti e de facto). Gli incontri però sono aperti a tutti e hanno lo scopo di fornire gli strumenti minimi per un approccio liturgico e critico al tempo stesso ai testi del Lezionario. I due approcci non sono in conflitto né in piena continuità. L’ermeneutica liturgica e la critica testuale sono due metodi differenti: bisogna però in qualche modo saperli armonizzarli e per almeno due motivi. Il culto cristiano (che oggi chiamiamo liturgia) è il luogo da cui e in cui sono nati i testi biblici (soprattutto quelli neotestamentari). Solo nell’azione liturgica il testo biblico si offre alla sua

Consacrazione, ordinazione o istituzione? Il sacramento dell’ordine tra giurisdizione e ministerialità

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    La riflessione circa la possibilità di una “potestà” dei “laici” passa anche per una ricostruzione storica dell’esercizio della potestà e della ordinazione sacerdotale (ed episcopale). Rimane però una possibilità “laica” ma che continua ad escludere la “donna” da qualsiasi grado dell’ordine sacro.     Umberto Rosario Del Giudice   Il Report del Gruppo 5 (circa Alcune questioni teologiche e canonistiche intorno a specifiche forme ministeriali ) che proporrebbe una diversa forma di “potestà” per le donne senza però aprire alla loro possibile ordinazione neanche nell’ordine del diaconato appare molto limitato. Come ha evidenziato Andrea Grillo qui , il Concilio Vaticano II ha segnato il passaggio, sottolineato chiaramente dalla riflessione di Lafont, dalla compressione della sola competenza giuridica del vescovo all’episcopato come “pienezza” del sacramento dell’ordine. Il passaggio può anche chiedere ulteriori specificazioni o applicazioni. Tuttavia, anche una forma

Lourdes, Fatima e Medjugorje: un cambio di paradigma teologico?

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Dalle Dichiarazioni su Lourdes e Fatima a quelle su Medjugorje: sembra sia cambiato l’approccio e si sia più attenti a quello che di buono (o di cattivo) c'è nelle prassi religiose. Non più veggenti da seguire ma esperienze religiose da supportare (e su cui vigilare). E n on attesa di sangue sciolto ma attenzione al sangue versato. Umberto Rosario Del Giudice   Oltre quarant’anni per una Nota Con la Nota [1] di oggi, 19 settembre 2024, la Chiesa si è pronunciata sugli accadimenti di Medjugorje. Il tono risulta subito diverso rispetto a Discorsi , Dichiarazioni , Encicliche , Note (a firma dei pontefici o delle Congregazioni varie) che hanno riguardato i fatti che coinvolgevano la piccola Bernardette e i pastorelli di Fatima (si noti che non si fanno nomi di "veggenti" nella Nota odierna). Ma ciò che appare non è solo una diversa valutazione. A ben vedere anche i primi approcci (cauti) ai fatti di Lourdes o di Fatima furono quanto meno misurati cui seguiro

Se 'mormorando' si può crescere...

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    Uno spunto sul "mormorare" come possibilità di crescita nella fede e per abbandonare narrazioni solo di "buona educazione". Per crescere nella fede non bastano i gruppi di preghiera né i gruppi social. Anche il "non mormorate" potrebbe nascondere un'esigenza di "blocco". Il confronto è necessario e inevitabile: la risposta agli schemi comportamentali di confort fa la differenza.    Umberto Rosario Del Giudice   Già da qualche settimana leggiamo, in varie circostanze, un rimando al “mormorare”.   La Scrittura di solito esprime il “mormorare” col verbo greco γογγ ύ ζω ( gogguzo o anche διαγογγ ύ ζω  - diagogguzo - che rafforza l’idea dell’indignazione di molti, ovvero di molti che si lamentano indignati di qualcuno o qualcosa cfr Lc 15,2; 19,7). Un verbo usato anche nel greco moderno (a volte con k- che sostituisce la prima gamma) Ad ogni buon conto, i significati rimangono quelli di mormorare, brontolare, essere scontento, pa

Il fatto non sussiste: la fede sì.

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  La messa mattutina in una parrocchia la cui abside moderna offre allo sguardo i mosaici di Ivan Rupnik mi offre lo spunto di una riflessione sulla fede che di per sé pone sotto lo sguardo di Dio tutto senza ricorrere ad azioni iconoclaste. E questo mi rimanda ai fatti di Parigi. Spiego il perché.   ( Parrocchia Maria SS. Immacolata – Qualiano ) Umberto Rosario Del Giudice I fatti delle cerimonie in breve All’indomani dalla messa in scena dello spettacolo d’inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi 2024 , si sono schierati pareri contrastanti. Da una parte, i media registrano grande entusiasmo per la cerimonia di apertura ad opera di Thomas Jolly, attore francese e direttore artistico delle cerimonie per i giochi olimpici. Dall’altra, la Conférence des évêques de France (CEF) ha diramato un comunicato in cui, pur apprezzando la bellezza di alcuni passaggi dei dodici tableaux attorno i quali era strutturata la cerimonia d’apertura (« merveilleux moments de beauté, d’allégres

Il Dio che si è fatto uomo non si lascia antropomorfizzare

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  Trump afferma che “Dio lo protegge”. Ma la riduzione di Dio ad un “tappabuchi” può diventare una bestemmia.     Umberto Rosario Del Giudice       È di queste ultime ore l'affermazione del candidato alla Presidenza degli Stati Uniti d'America, Donald Trump, nel suo inconfondibile stile, che Dio stesso l'avrebbe tutelato dal tentato omicidio (“ God saved me ”) [1] . E ancora: «ho Dio al mio fianco» (“ I had God by my side ”) e «siamo – gli Usa – una Nazione sotto la protezione dell’unico Dio (“ We are one Nation under God indivisible ”)». Al teologo queste affermazioni non possono risultare irrilevanti. Di solito si accettano come affermazioni generiche, per lo più popolari. Ma questa volta, assumono il carattere di una rivendicazione non solo fideistica ma anche politica. Il pericolo, dunque, è doppio.   E che questa affermazione risuoni poi nel drammatico anniversario della morte di Paolo Borsellino e della sua scorta, potrebbe far sorgere la domanda:

Ministero ordinato tra maturità affettiva e genere?

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    Il genere non è il problema. La cultura misogina, le tendenze irrispettose del sesso femminile a tutti i livelli, le complicità ambigue "fraterne", sono il vero vulnus. Con un espressione infelice (ma che ha imparato "da noi altri") papa Francesco rimette il dito nelle vecchie piaghe che tanto vecchie non sono. Umberto Rosario Del Giudice   L’espressione che sarebbe stata usata da papa Francesco in occasione di un incontro con oltre duecento vescovi italiani [1] , può apparire insolita, offensiva o di disprezzo.   Il termine “frociagine”, riportato non si sa da chi (e mai probabilmente si saprà), risulta insolito sulla bocca di un prelato e tanto più di un papa. Tuttavia, è chiaro che, se io dovessi parlare a un gruppo di argentini, userei le parole e i termini che mi hanno insegnato lì. Quindi il termine Francesco l’ha imparato “da noi altri” [2] . Quindi tanto insolito non è. Non è neanche offensivo o dispregiativo. A mio avviso il Papa, infatti, h