Post

Sinodo finito. Sinodo iniziato?

Immagine
  Il Documento finale del Sinodo dei Vescovi appare come il risultato di una grande rilettura del Concilio Vaticano che però ha messo in luce ancora un limite di alcune impostazioni: dalla Chiesa sinodale con caratteristiche amministrativistiche alla Chiesa amministrativistica e giuspositivistica con profili sinodali. Quale strada percorrere?     Umberto Rosario Del Giudice   Propongo un breve commento sul Documento Finale del Sinodo dei Vescovi e sui relativi “Risultati delle Votazioni” che appaiono molto indicativi. Vorrei premettere innanzitutto che chi scrive conosce alcuni padri e alcune madri sinodali ed è rispettoso dell’immenso lavoro che i sinodali hanno compiuto nella stesura del documento in un’aula sinodale a dir poco eterogena, e immagina lo sforzo compiuto per raggiungere il consenso su varie questioni. Tuttavia, il Documento sarà oggetto di prassi ecclesiale e di studio e quindi le reazioni non si possono mettere a tacere col solo argomento della complessit

Bibbia e Liturgia: una relazione fontale per la formazione

Immagine
Iniziano a breve alcuni incontri di formazione sulla relazione tra Bibbia e Liturgia. La Sacra scrittura e l’azione rituale sono intimamente connesse e sono, insieme, luogo teologico dove la “Parola” si fa azione, crea e salva.   Umberto Rosario Del Giudice   Grazie all’invito del mio Parroco, don Angelo Aminto, a breve darò inizio ad un ciclo di incontri di formazione per i lettori (istituiti e de facto). Gli incontri però sono aperti a tutti e hanno lo scopo di fornire gli strumenti minimi per un approccio liturgico e critico al tempo stesso ai testi del Lezionario. I due approcci non sono in conflitto né in piena continuità. L’ermeneutica liturgica e la critica testuale sono due metodi differenti: bisogna però in qualche modo saperli armonizzarli e per almeno due motivi. Il culto cristiano (che oggi chiamiamo liturgia) è il luogo da cui e in cui sono nati i testi biblici (soprattutto quelli neotestamentari). Solo nell’azione liturgica il testo biblico si offre alla sua

Consacrazione, ordinazione o istituzione? Il sacramento dell’ordine tra giurisdizione e ministerialità

Immagine
    La riflessione circa la possibilità di una “potestà” dei “laici” passa anche per una ricostruzione storica dell’esercizio della potestà e della ordinazione sacerdotale (ed episcopale). Rimane però una possibilità “laica” ma che continua ad escludere la “donna” da qualsiasi grado dell’ordine sacro.     Umberto Rosario Del Giudice   Il Report del Gruppo 5 (circa Alcune questioni teologiche e canonistiche intorno a specifiche forme ministeriali ) che proporrebbe una diversa forma di “potestà” per le donne senza però aprire alla loro possibile ordinazione neanche nell’ordine del diaconato appare molto limitato. Come ha evidenziato Andrea Grillo qui , il Concilio Vaticano II ha segnato il passaggio, sottolineato chiaramente dalla riflessione di Lafont, dalla compressione della sola competenza giuridica del vescovo all’episcopato come “pienezza” del sacramento dell’ordine. Il passaggio può anche chiedere ulteriori specificazioni o applicazioni. Tuttavia, anche una forma

Lourdes, Fatima e Medjugorje: un cambio di paradigma teologico?

Immagine
Dalle Dichiarazioni su Lourdes e Fatima a quelle su Medjugorje: sembra sia cambiato l’approccio e si sia più attenti a quello che di buono (o di cattivo) c'è nelle prassi religiose. Non più veggenti da seguire ma esperienze religiose da supportare (e su cui vigilare). E n on attesa di sangue sciolto ma attenzione al sangue versato. Umberto Rosario Del Giudice   Oltre quarant’anni per una Nota Con la Nota [1] di oggi, 19 settembre 2024, la Chiesa si è pronunciata sugli accadimenti di Medjugorje. Il tono risulta subito diverso rispetto a Discorsi , Dichiarazioni , Encicliche , Note (a firma dei pontefici o delle Congregazioni varie) che hanno riguardato i fatti che coinvolgevano la piccola Bernardette e i pastorelli di Fatima (si noti che non si fanno nomi di "veggenti" nella Nota odierna). Ma ciò che appare non è solo una diversa valutazione. A ben vedere anche i primi approcci (cauti) ai fatti di Lourdes o di Fatima furono quanto meno misurati cui seguiro

Se 'mormorando' si può crescere...

Immagine
    Uno spunto sul "mormorare" come possibilità di crescita nella fede e per abbandonare narrazioni solo di "buona educazione". Per crescere nella fede non bastano i gruppi di preghiera né i gruppi social. Anche il "non mormorate" potrebbe nascondere un'esigenza di "blocco". Il confronto è necessario e inevitabile: la risposta agli schemi comportamentali di confort fa la differenza.    Umberto Rosario Del Giudice   Già da qualche settimana leggiamo, in varie circostanze, un rimando al “mormorare”.   La Scrittura di solito esprime il “mormorare” col verbo greco γογγ ύ ζω ( gogguzo o anche διαγογγ ύ ζω  - diagogguzo - che rafforza l’idea dell’indignazione di molti, ovvero di molti che si lamentano indignati di qualcuno o qualcosa cfr Lc 15,2; 19,7). Un verbo usato anche nel greco moderno (a volte con k- che sostituisce la prima gamma) Ad ogni buon conto, i significati rimangono quelli di mormorare, brontolare, essere scontento, pa

Il fatto non sussiste: la fede sì.

Immagine
  La messa mattutina in una parrocchia la cui abside moderna offre allo sguardo i mosaici di Ivan Rupnik mi offre lo spunto di una riflessione sulla fede che di per sé pone sotto lo sguardo di Dio tutto senza ricorrere ad azioni iconoclaste. E questo mi rimanda ai fatti di Parigi. Spiego il perché.   ( Parrocchia Maria SS. Immacolata – Qualiano ) Umberto Rosario Del Giudice I fatti delle cerimonie in breve All’indomani dalla messa in scena dello spettacolo d’inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi 2024 , si sono schierati pareri contrastanti. Da una parte, i media registrano grande entusiasmo per la cerimonia di apertura ad opera di Thomas Jolly, attore francese e direttore artistico delle cerimonie per i giochi olimpici. Dall’altra, la Conférence des évêques de France (CEF) ha diramato un comunicato in cui, pur apprezzando la bellezza di alcuni passaggi dei dodici tableaux attorno i quali era strutturata la cerimonia d’apertura (« merveilleux moments de beauté, d’allégres

Il Dio che si è fatto uomo non si lascia antropomorfizzare

Immagine
  Trump afferma che “Dio lo protegge”. Ma la riduzione di Dio ad un “tappabuchi” può diventare una bestemmia.     Umberto Rosario Del Giudice       È di queste ultime ore l'affermazione del candidato alla Presidenza degli Stati Uniti d'America, Donald Trump, nel suo inconfondibile stile, che Dio stesso l'avrebbe tutelato dal tentato omicidio (“ God saved me ”) [1] . E ancora: «ho Dio al mio fianco» (“ I had God by my side ”) e «siamo – gli Usa – una Nazione sotto la protezione dell’unico Dio (“ We are one Nation under God indivisible ”)». Al teologo queste affermazioni non possono risultare irrilevanti. Di solito si accettano come affermazioni generiche, per lo più popolari. Ma questa volta, assumono il carattere di una rivendicazione non solo fideistica ma anche politica. Il pericolo, dunque, è doppio.   E che questa affermazione risuoni poi nel drammatico anniversario della morte di Paolo Borsellino e della sua scorta, potrebbe far sorgere la domanda: