Critica della dottrina canonizzata dei falsi maestri (che dimenticano di salvare l'esperienza genuina)

 




Alcuni discorsi ufficiali riducono l’esperienza del giovane Carlo Acutis a modello di devozione eucaristica, dimenticando la singolarità della percezione e dell’esperienza, e, tradendola, la riportano a modelli di devozione eucaristica contestualizzati alimentando così la disinformazione, la diseducazione e la confusione. Un cattivo servizio al mistero eucaristico e alle giovani generazioni.

 



 

Umberto Rosario Del Giudice

 

Il dibattito

La prossima canonizzazione del giovane Carlo Acutis (qui i tratti su Dicastero delle cause dei Santi) ha suscitato un dibattito circa la “sua” devozione all’Eucaristia e alla presenza eucaristica.

In modo lineare, Andrea Grillo ha ricordato che non vanno confusi due piani: quello personale e quello dottrinale. Un conto è considerare lo slancio devoto di un giovanissimo e la sua percezione del mistero eucaristico, un altro è ridurre e ricondurre quella percezione a dottrina.

A tal riguardo, credo che vada innanzitutto chiarito che la canonizzazione dice poco circa la dottrina ma dice molto circa le “virtù”. E questo anche quando il “canonizzato” sia un “dottore della Chiesa”. In merito, basti pensare che San Tommaso d’Aquino (dottore della Chiesa oltre che santo) non considerava possibile la dichiarazione di “Maria concepita senza peccato originale”, ovvero il cosiddetto dogma dell’Immacolata Concezione. Eppure, la Chiesa ha poi confermato quella dottrina (così Pio IX nel 1854).

Senza entrare nella questione (Tommaso pensava alla “infusione” dell’anima razionale a ottanta giorni dal concepimento del feto di una femmina…) e a tutti i suoi risvolti, è chiaro che “non tutto quel che ha scritto Tommaso è pura dottrina.

Altra questione, nota ai teologi che lavorano per le cause dei santi, è la “percezione” circa il mistero di Cristo o una sua singolarità. Che Santa Maria Faustina Kowalska “vedesse Gesù” misericordioso “in quel modo” non significa nulla rispetto i tratti storico-somatici di Yeshuà bar Yosef (Gesù figlio di Giuseppe) vissuto a Nazareth…

Gli esempi potrebbero moltiplicarsi.

In altre parole, l’esperienza (e dunque la percezione) di un singolo fedele non diventa universale, completa e paradigmatica.

Questo salva un’altra considerazione: al di là dei metodi spirituali e delle vie ascetiche di ciascun “santo” quel che rimane sono le “virtù eroiche”. La canonizzazione, infatti, prevede un percorso chiaro: virtù e miracoli. Circa la dottrina basti che essa non sia “contro” la sana dottrina. La personalizzazione della dottrina (e quindi dei metodi usati e degli strumenti devoti relativi alla propria percezione) non dev’essere “contro”, ma questo non dice che “è” un modello universale.

Fatta quest’altra distinzione allora non deve assolutamente meravigliare la critica mossa da Andrea Grillo non alla esperienza del beato Carlo Acutis ma a quei (cattivi e falsi) maestri che vogliono rimandare e ridurre la sua preziosissima esperienza nell’ambito di prassi e devozioni palesemente limitate rispetto alla sana e adulta educazione eucaristica.

 

Forme di devozioni e pensieri “puri”

Le forme storiche delle devozioni eucaristiche non concedono di assolutizzare per l’oggi le percezioni della “presenza eucaristica”. Questo non significa né cadere nel relativismo dottrinale né rimandare ad uno storicismo devozionale. La critica qui mossa riguarda piuttosto l’incapacità di gestire quella che i fenomenologi chiamano “intenzionalità” solo attraverso la quale può essere colta una certa universalizzazione di comprensione dei fenomeni (senza assolutizzare l’esperienza del singolo). Insomma, abbiamo bisogno di tornare ad una “critica del pensiero teologico” per comprendere i limiti di alcune impostazioni e salvare, genuinamente, l’esperienza dei singoli.

Ridurre l’esperienza luminosa di Carlo Acutis assolutizzando le sue vie devote è come togliere ogni colore ad una bella e sorprendente immagine, riportando tutto al chiaro scuro di una prassi che contraddice la forma della celebrazione eucaristica e della partecipazione attiva, facendola sbiadire...


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