Informazioni fuorvianti e tradizione fuorviata

  

 

Da qualche ora sono disponibili su vari siti notizie relative al conferimento del ministero del Lettorato e Accolitato che avverrà domenica prossima, 23 gennaio.
Son vari i siti a darne notizia con vari titoli.
Tutto molto “bello” se non fosse altro che molti titoli in questione, e i contenuti dei relativi articoli, siano quantomeno “fuorvianti”.
 


Umberto Rosario Del Giudice

 

Informazione fuorviante (o eclatante ma falsa)

Su una testata campeggia il titolo seguente:

«Il gesto. Lettorato e accolitato a donne e laici. La prima volta domenica prossima» (qui su Avvenire).

Altro titolo è:

«Papa Francesco: il 23 gennaio celebra la messa per la Domenica della Parola di Dio e conferisce lettorato, accolitato e ministero del catechista anche a laici» (qui su Agensir).

Un’altra testata afferma:

«Nella Domenica della Parola di Dio, il Lettorato e l'Accolitato ai primi laici» (qui su Vatican News).

Niente da dire se non fosse altro che i titoli sono letteralmente “falsi” e per questo fuorvianti.

 

Ciò che andava messo in risalto non era la “prima volta” dei laici, ma “delle donne”. In altre parole, Lettorato e Accolitato sono due ministeri (“uffici”, secondo la dicitura precodiciale) strettamente connessi coi ministeri della Parola e dell’Altare, e che, secondo la “veneranda tradizione della Chiesa”, erano riservata agli uomini (e quindi a laici). Così recitava la lettera apostolica Ministeria quædam che riordinava, appunto, i cosiddetti “ordini minori”.

In altre parole, Lettorato e Accolitato erano già ministeri “laicali” anche se compresi, di solito, nel percorso formativo per il mistero ordinato: prassi che ricalcava il medievale cursus honorum.

 

Tradizione fuorviata?

Eppure, tutti i lettori e gli accoliti sono laici, anche quelli che un giorno saranno ammessi all’ordine sacro. La “vulgata” però continuava a ritenerli “gradini dei chierici” perpetuando una percezione falsa della ecclesiologia e dei ministeri ecclesiali.

Con i titoli di cui sopra, non solo è stata data una cattiva informazione ma si è ribadita la percezione “volgare” della tradizione: i ministeri sarebbero una “cosa riservata” ai “preti”. In altre parole, l’informazione ha testimoniato ciò che è la “distorsione di molti” ma non la realtà dei fatti e dell’autocomprensione della Chiesa, ovvero la normativa canonica. I ministeri istituiti e ripresi dal can. 230 §1 ormai erano (e sono) di per sé già “laicali”. La vera e bella novità introdotta da papa Francesco è che accanto ai laici (uomini) ora ci sono le laiche (donne): e tutto questo semplicemente “cancellando” poche parole (“di sesso maschile ”) dal canone. Non si tratta, dunque, di ricordare che vi è una novità rispetto alla “laicità dei ministeri” ma una bella e grande novità (pienamente in linea con la tradizione antica e con la prassi attuale della Chiesa) che a quei ministeri istituiti siano chiamate e riconosciute anche “laiche”.

 

Conclusione

Una reazione, breve e a caldo, non poteva essere procrastinata. I titoli confondono. E l’informazione spesso non ridona la realtà dei fatti e dei contesti e aggrava una percezione della realtà già di per sé limitata.

Ma che domenica ci sia l’istituzione di “donne” lettore e “donne” accolito, è un evento che non va taciuto per la sua portata nuova sebbene in linea con la prassi ecclesiale antica e contemporanea: tanto innovativa che non fa altro che dare giustizia a ciò che le donne già vanno compiendo nelle nostre comunità da decenni, e senza riconoscimento istituito.

Ora è giusto riconoscerne i meriti e il carisma, ma anche ricordare che i ministeri “non sono clericali”, com’è già da decenni…

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