"Andrà tutto bene" tra slogan e determinazione
L'augurio "andrà tutto bene" è molto rassicurante per i piccoli: sotto questo aspetto è un augurio motivazionale. Ma sotto sotto può anche nascondere le nostre paure, i nostri egoismi e la nostra povertà umana.
Umberto R. Del Giudice
Lasciatemelo dire. Sono giorni che mi riprometto di scrivere
qualcosa in proposito, ma davvero il tempo diventa tiranno.
Provo a buttarla lì, come viene.
La frase "andrà tutto bene" mi lascia perplesso;
anzi, mi dà fastidio. Per vari motivi.
Perché, nel caso in cui ti auguri di non contagiarti, sei
semplicemente egoista.
Perché, nel caso in cui auguri solo a te e a tutti quelli
che conosci di vivere senza contagio, non solo sei egoista ma riveli anche il
tuo lato possessivo e patologico.
Perché, nel caso in cui sia un auspicio generale, il tuo
egoismo lascia il posto alla finta solidarietà che è miope nei confronti di chi
ha già perso un familiare, un parente, un amico.
Perché, nel caso in cui tu voglia dare a tutti un po' di
speranza, sei semplicemente un mistificatore: la speranza si nutre di verità.
Non va bene: basta contare i morti.
E quelli non sono numeri.
Non va bene perché se fossero la metà, un quarto o anche
poche decine quel virus ha letteralmente stracciato vite.
E anche se fosse solo un morto, quel virus avrebbe lasciato
il segno sul corpo di uno ma nella vita di tanti...
Non va bene.
Ma la verità è che andrà bene se ci sapremo e ci sappiamo determinare,
ovvero nella misura in cui ci sappiamo dare coraggio per ciò che va fatto e lo
facciamo senza tentennamenti.
Va tutto bene se aiutiamo il personale sanitario a fare il
proprio lavoro, come già fa in modo eroico, sostenendolo con la nostra responsabilità
e solidarietà.
Va tutto bene se dedichiamo a medici, infermieri,
farmacisti, alle forze dell'ordine, agli operai dell'industria agro alimentare,
agli addetti alle vendite e alle cassiere dei supermercati, ai tabaccai, agli
autotrasportatori e a tutti i lavoratori che oggi sostengono l'Italia sospesa,
il nostro lavoro da casa e il nostro sostegno leale. Magari smettendo almeno
per questo periodo di essere sospettosi verso tutto e tutti.
Andrà tutto bene se sappiamo che non va bene e ce ne
assumiamo la responsabilità anche davanti al prossimo spread.
Andrà bene se la smettiamo di credere che ci sia "un
farmaco già pronto che non vogliono dire", magari un bell'integratore
alimentare!
Andrà tutto bene non perché accendiamo una candela in segno
di auspicio, ma se con quella candela diciamo "ci sono, ora e dopo, nella
piena responsabilità e nella condivisione del peso e del dolore".
Allora andrà bene; e le vittime di questa tragedia, di cui
anche io potrei far parte (e me lo devo dire), così saranno onorate da noi e
non solo dimenticate come coefficienti di un numero.
"Andrà tutto bene", non può essere una bandiera.
Deve essere uno stile di autodeterminazione.
Altrimenti meglio anche solo rispetto e silenzio.
E l'arcobaleno ritornerà sui vivi e sui morti.
E l'arcobaleno ritornerà sui vivi e sui morti.
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