Sognando l’Amazzonia


Sognando l’Amazzonia

Opportunità deluse o prospettive aperte: una lettura a caldo


Umberto R. Del Giudice





L’esortazione apostolica Querida Amazonia appena uscita e presentata in una sala stampa vaticana affollata, suscita già qualche perplessità.

Molti commentatori (soprattutto giornalisti) tagliano corto: Amazzonia, niente preti sposati.
I titoli nelle varie testate giornalistiche si attestano tutti sullo stesso oggetto.



Ad una prima lettura mi permetto di richiamare questi brevi punti:

a.       L’Esortazione rimanda completamente al documento finale del Sinodo
b.      L’Esortazione non avrebbe mai potuto cambiare una norma universale
c.       L’Esortazione chiede di essere attenti ai “sogni” (una categoria ripresa bene da Andrea Grillo qui)

a.       L’Esortazione rimanda completamente al documento finale del Sinodo: in questo senso non vi è, dal punto di vista giuridico-disciplinare, né accettazione di proposte né un loro rigetto. È detto solo che nel documento postsinodale il papa non sviluppa tutte le questioni abbondantemente esposte nel Documento conclusivo, né intende sostituirlo, né ripeterlo. E questo è un passaggio credo decisivo. Il papa desidera “solo offrire un breve quadro di riflessione”. Dunque l’Esortazione rimane quella che deve essere: un incitamento, una guida, una raccolta di indicazioni, una sintesi sistematica non disciplinare.
b.      L’Esortazione non avrebbe mai potuto cambiare una norma canonica universale. Una norma universale contenuta nel Codice ’83 non può essere cambiata da un’esortazione. Una disciplina diversa che aprisse al presbiterato uxorato anche per i presbiteri di rito latino amazzonici deve cambiare una norma universale: e lo strumento giuridico (ovvero l’atto giuridico) non è una esortazione. Vale qui la pena di ricordare che le comunità della Amazzonia, e i loro presbiteri, sono sottoposte al Codice del’83. Tutti ci attendevamo qualche apertura in più almeno in riferimento al n. 111 del documento finale del Sinodo, ma lo strumento di cui qui si parla è un'esortazione la quale non è idonea per una risposta canonica: dunque meglio attendere.
c.       E chi attende sa sognare. Vale la pena infatti soffermarsi sullo stile narrativo che adotta l’Esortazione: il sognare. Come è stato detto nella conferenza stampa, solo l’autore del sogno sa come interpretare il sogno stesso. Non voglio certo interpretare il sogno di Francesco, ma perché non pensare ad una responsabilizzazione dei vescovi che potrebbero chiedere al papa un codice particolare in riferimento alla ministerialità? Perché non sognare un Motu proprio, una Bolla papale una Costituzione che dica altro… Insomma, come scrive qui Stefano Sodaro, Roma non locuta causa non finita...


Sognando si può, ma con gli occhi ben aperti, attendendo, studiando, lavorando.

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