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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

Il "pianto di Gesù"? Su Gv 11,35

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Il "pianto di Gesù"?  Brevi considerazioni intorno a Gv 11,35 Ho scritto queste righe domenica sera. Ho pensato poi di metterle da parte.  A distanza di due giorni credo sia utile condividerle. ( Rogier van der Weyden, Deposizione dalla Croce , olio su tela, 1435-1440; particolare) Umberto R. Del Giudice Breve premessa La commozione profonda di Gesù è uno dei tratti umani presentati dai Vangeli. Oggi (domenica 29 marzo) in modo particolare il vangelo secondo Giovanni ricorda l’intimo dolore: il pianto commosso . Offro in modo breve e schematico la sintesi di una ricerca al termine di un tempo domenicale fatto anche di riflessione. Sono sicuro che i colleghi biblisti potranno far molto di più e meglio. Intanto però suggerisco una breve riflessione nata da una mia curiosità che ho partecipato anche ai miei figli: con lo stesso spirito di comunione, la pubblico qui (oggi martedì) dopo una necessaria rilettura. Sarò preciso quanto più p

Tradizioni cattoliche a confronto in poche righe

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Umberto R. Del Giudice Mi sembra ravvisare un tono ed una preoccupazione ben diversi, direi conflittuali, tra il Decreto promulgato per i cattolici di rito latino e quello per le chiese orientali circa le celebrazioni pasquali . I due Decreti disegnano, sebbene nella preoccupazione “curiale” di fondo, due respiri diversi, due patrimoni governati ormai da due ermeneutiche distinte e, spesso, distanti. Circa il munus sacerdotalis  christifidelium la distanza delle tradizioni sembra abissale. Nel primo è scritto: «I fedeli siano avvisati dell’ora d’inizio delle celebrazioni in modo che possano unirsi in preghiera nelle proprie abitazioni. Potranno essere di aiuto i mezzi di comunicazione telematica in diretta, non registrata. In ogni caso rimane importante dedicare un congruo tempo alla preghiera, valorizzando soprattutto la Liturgia Horarum». Nel secondo troviamo: «Ricordare ai fedeli il valore della preghiera personale e familiare, autentica preghiera ecclesial

"Andrà tutto bene" tra slogan e determinazione

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L'augurio "andrà tutto bene" è molto rassicurante per i piccoli: sotto questo aspetto è un augurio motivazionale. Ma sotto sotto può anche nascondere le nostre paure, i nostri egoismi e la nostra povertà umana. Umberto R. Del Giudice Lasciatemelo dire. Sono giorni che mi riprometto di scrivere qualcosa in proposito, ma davvero il tempo diventa tiranno. Provo a buttarla lì, come viene. La frase "andrà tutto bene" mi lascia perplesso; anzi, mi dà fastidio. Per vari motivi. Perché, nel caso in cui ti auguri di non contagiarti, sei semplicemente egoista. Perché, nel caso in cui auguri solo a te e a tutti quelli che conosci di vivere senza contagio, non solo sei egoista ma riveli anche il tuo lato possessivo e patologico. Perché, nel caso in cui sia un auspicio generale, il tuo egoismo lascia il posto alla finta solidarietà che è miope nei confronti di chi ha già perso un familiare, un parente, un amico. Perché, nel caso in c

"Salus animarum", comunità sacerdotale e identità battesimale

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Ripresa e aggiornamenti per chiarire alcune questioni su "salus publica" e "salus animarum". Umberto R. Del Giudice L’Italia è ormai una zona protetta e il Presidente del Consiglio dei Ministri ha predisposto misure di contenimento che a partire dall’11 marzo scorso (cfr. http://www.governo.it/it/articolo/coronavirus-conte-firma-il-dpcm-11-marzo-2020/14299 ) hanno trovato forme sempre più cogenti. In questi giorni protetta e corretta dovrebbe essere anche la comunicazione e l’informazione, soprattutto quella cosiddetta “teologica”. Potremmo dire che alcune informazioni e affermazioni che stanno girando sui social fanno parte, appunto, dei “social”; di quelle chiacchiere che si fanno tra amici: si parla per parlare. Ed anche questo va bene. Insomma, potremmo dire che è concessa una certa approssimazione da “zona social” dovuta alla concitazione del caso. Ma quando a parlare e a scrivere su questioni riguardanti il cattolicesimo, il suo patr

I “miei” papi e il saluto di Bergoglio

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Ecco le mie esperienze riguardo le elezioni dei pontefici di cui ho memoria. Da questi ricordi oggi riesco a trarre molto. Il modo in cui sono stati eletti i papi e il modo in cui sono venuto a conoscenza dell’investitura del loro ministero petrino mi hanno molto aiutato a riflettere su di me e sulla mia esperienza ecclesiale. Umberto R. Del Giudice Era un venerdì mattina quando mio padre, che era solito ascoltare la radio preparandosi per la giornata, con meraviglia comunicò a mia madre la morte del papa. Avevo cinque anni. Non capivo bene quel che succedeva. Dopo qualche mese quella figura per la quale i miei genitori rimasero sconvolti per l’improvvisa morte, fu sostituita (nel ministero) da un giovane e atletico cardinale polacco. Iniziai così a percepire che vi era una figura che chiamavamo “papa”. Quella persona vestita di bianco di cui tutti ormai parlavano, era apprezzata per le sue doti comunicative e per la sua bella presenza. Fu così che Giovanni Paol

“Salus publica” e “salus animarum”

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Troppe allusioni, troppe informazioni, troppe imprecisioni. Incongruenze teologiche, riflessioni distorte, voci apocalittiche. Non esistono ostacoli giuridici né valide considerazioni teologiche che impediscano la sospensione delle celebrazioni liturgiche. Pur nella dolorosa scelta, dobbiamo seguire i Vescovi italiani e azzittire tutte quelle voci che creano solo panico spirituale. Sicuramente, però, questa è un'occasione in più per riflettere su diritto e teologia, su esperienza religiosa e fede. Umberto R. Del Giudice L’Italia è ormai una zona protetta e il Presidente del Consiglio dei Ministri ha appena annunciato nuove restrizioni . In questi giorni protetta e corretta dovrebbe essere la comunicazione e l’informazione anche e soprattutto quella cosiddetta “teologica”: ce ne stiamo accorgendo. Potremmo dire che alcune informazioni e affermazioni che stanno girando sui social fanno parte, appunto, dei “social”; di quelle chiacchiere che si fanno